Affacciata su una baia naturale dell’oceano Indiano, la tropicale Dar es Salaan oggi è una delle città più in rapido sviluppo al mondo. La città più grande della Tanzania, che un tempo era un villaggio di pescatori, costituisce anche il suo principale fulcro economico: un porto dall'importanza cruciale, un centro manifatturiero e il nucleo della politica di questo Paese.

L’ex capitale ha una popolazione in costante crescita: si prevede infatti che gli attuali quattro milioni di abitanti raddoppino nel corso dei prossimi vent’anni. Questo fattore ha spinto gli urbanisti locali a progettare un nuovo piano generale per la città e i visionari della Tanzania sperano di poterla modellare seguendo l’esempio di Singapore.

Purtroppo, le grandi ambizioni di questa tagliente metropoli sono bloccate dal fardello di un'infrastruttura datata e sovraccarica: le interruzioni di elettricità rappresentano la norma, mentre la scarsità di acqua e di risorse naturali tende a lasciare i progetti edili in sospeso per mesi e talvolta per anni.

Secondo l’ONU, al momento il 70% degli abitanti di Dar es Salaam vive in baraccopoli. Solo una parte della popolazione può permettersi di vivere nei lussuosi sobborghi della zona settentrionale della città o nelle ville dal valore di molti milioni di dollari che si affacciano su spiagge di sabbia immacolata.

La Tanzania ospita più di 120 tribù diverse e milioni di abitanti stranieri. L’afflusso degli affari a Dar es Salaam, insieme al rapido sviluppo del turismo, ha dato origine a una vibrante comunità multiculturale in cui le due religioni principali del Paese, l’islamismo e il cristianesimo, convivono pacificamente.

Per i nuovi arrivati, a primo acchito Dar es Salaam può sembrare confusionaria: ma in questa città così mutevole si fa presto a fare amicizia, in particolare all’interno della ben radicata comunità di “expat”.